La Petizione del MIC

Sig. Presidente, ipso de facto: fuori dall’Europa !

Ill.mo Sig. Presidente

della Repubblica Italiana

Dr. Sergio Mattarella

 

Sig. Presidente,

       ci rivolgiamo alla S.V. Ill.ma quale custode e garante della nostra Carta Costituzione che i Padri Costituenti finemente posero a vessillo della Nazione a tutela inviolabile della Sovranità del Popolo quale massimo compimento.

Qui conveniamo, Sig. Presidente, per denunziare una violazione dei principi che Ella è tenuto ad onorare con l’esercizio del Suo mandato ed in tal senso chiediamo che venga ipso de facto avviata la procedura di uscita dell’Italia dall’Unione Europea senza l’attuazione alcuna di un Referendum Costituzionalecosì come avvenne per l’ingresso: subito passivamente dagli italiani. L’entrata infatti nell’Euro-Gruppo ha prodotto un sostanziale rivolgimento e violazione delle Norme Costituzionali nonchè la perdita dell’egemonia della Patria, con conseguenze calamitose per l’Economia.

A tal fine ricordiamo l’Art. 90 della Carta Fondamentale che testualmente recita: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che alto tradimento o per attentato alla Costituzione”.

Come pubblicato da Libero Quotidiano il 19 agosto 2017 con firma Giulio Bucchi, riportiamo alcune incisive motivazioni a supportoche vanno addentellandosi al pensiero del Filosofo Paolo Becchi e dell’Imprenditore Fabio Dragoni in un plauso incontrovertibile:

  • I trattati dell’Unione Europea violentano la nostra Costituzione.

L’adozione dei trattati palesa un’esplicita violazione dei più elementari principi fondanti della nostra Costituzione. Tutto è fuorché un progetto che risponde allo spirito della nostra Carta. Ci si riferisce in particolare all’Art. 1 comma 2 “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. È impossibile non toccare con mano come il potere decisionale sia stato di fatto delegato ad élite tecnocratiche, non elette ed irresponsabili. Come altrettanto evidente e palese è la violazione dell’Art. 11 della nostra Carta laddove viene scritto che l’Italia «consente in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni». I Padri Costituenti si riferivano in maniera esplicita ad Organizzazioni transnazionali quali le Nazioni Unite. Non certo ad un mostro giuridico quale l’Unione Monetaria Europea che addirittura pretende di promuovere o bocciare le leggi di bilancio dei singoli Stati aderenti prima ancora che queste siano presentate al voto dei parlamenti nazionali. Ne discende pertanto un principio anticostituzionale che ha prodotto di fatto la cessione della sovranità monetaria.

  • Gli Sati Uniti d’Europa sono un progetto antistorico e fallimentare.

Nel 1940 gli Stati indipendenti e sovrani al mondo erano in tutto 69, nel 2015 erano salite a 205, e complessivamente in 75 anni il numero è quasi triplicato. Conseguentemente all’analisi dei dati esposti dal CIA World Factbook l’assecondare la storia degli Stati Uniti d’Europa risulta anatema. Chiunque sostenga che la creazione dell’Unione Monetaria risponda all’obiettivo di rafforzare l’intero blocco si scontra con la cruda realtà dei numeri. La quota di Pil mondiale dell’Eurozona nel 1999 era pari al 22 % mentre oggi è pari al 17 %. (Fmi).

  • L’Unione Europea non è democratica.

L’Unione Europea in generale (e quella monetaria in particolare) tutto sono fuorché democratiche. I cittadini di ben undici Stati membri dell’Unione, non si sono mai potuti esprimere con un voto sull’adesione o meno del proprio Paese all’Europa. Dieci di questi sono anche Paesi che hanno adottato la moneta comune. La cosa ancora più inquietante è che tra questi undici ci sono tutti e tre i “soci fondatori” dell’Europa, cioè Francia, Germania e Italia. Ma quello che più fa paura è che la Germania, architrave dell’Europa, il Paese che detta la politica economica dell’Unione e che si è assunta il ruolo di contro-potere rispetto alla Banca Centrale Europea, in 44 anni non ha mai permesso ai propri cittadini di votare su nessuna questione che riguardasse temi europei. L’Italia lo ha fatto una sola volta e la Francia tre, una delle quali (adozione del trattato costituzionale) con epilogo negativo.

  • L’Unione Europea non ha portato la pace. 

L’Unione Europea nella sua attuale fisionomia è in vita soltanto a partire dal 1993. Antecedentemente vi era la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (Ceca) , conseguentemente la Comunità Economica Europea (Cee). Organizzazioni di Paesi indipendenti e sovrani e non un superstato; soggetti capaci di assicurare decenni di prosperità e pace: ogni iniziativa volta a garantire l’unità tra o diversi ha determinato una tragica implosione. Si pensi alla vicenda Yugoslavia ed Unione Sovietica. Potremmo pertanto asserire che in Europa a partire da Maastricht, come asseriva l’antropologa Ida Magli, è fiorita la «dittatura europea».

  • L’Unione Monetaria non è concepita per l’Italia.

L’Europa non è affatto una casa comune. L’Italia abbandonò nel 1992 un insostenibile tasso di cambio “fisso” con le altre valute per essere poi sciaguratamente ripreso nel 1996. Nel 1999 al momento dell’ingresso nell’Euro, il reddito pro-capite degli italiani era il 96% rispetto quello tedesco, nel 2015 dopo sedici anni di Euro il reddito degli italiani è diminuito del 20% (Fondo Monetario Internazionale). Le alternative sono due: meno Europa oppure meno Reddito. Tertium non datur.

  • Non è vero che l’Euro protegge la nostra Industria.

L’’Unione Europea non ha per nulla protetto e rafforzato la nostra industria, che deve purtroppo misurarsi con la cruda realtà dei fatti. L’indice di produzione industriale è salito da un livello di circa 85 (anno 1984) per arrivare ad un massimo di 120 (anno 2008) e 91 (anno 2015). L’incapacità di reagire a shock esterni attraverso il riallineamento del cambio della moneta nei confronti dei nostri principali competitor europei ha involto il tempo agli anni 90 (elaborazione Ocse-Federal Reserve di St. Louis).

  • Uscire dall’Unione Europea non significa privarsi del Mercato Continentale.

Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera hanno stipulato da tempo accordi per la partecipazione al mercato interno che disciplina la libera circolazione delle merci, dei servizi e dei lavoratori all’interno del cosiddetto Spazio Economico Europeo (di cui fanno parte questi Paesi assieme all’Unione Europea). La Gran Bretagna ha dimostrato palesemente il possibile svincolo dall’Unione Europea.

 

 

Nella serena coscienza che Ella prenderà immediatamente contezza di tale grave situazione, non sottovalutando la volontà che gran parte del Popolo Italiano ha con veemenza manifestato e che “Italia nel cuore” in sua vece Le presenta, ci uniamo in plauso sotto la ristoratrice ombra del Tricolore, pregno di valore, di orgoglio e di speranza.

 

 

Brescia, lì 18 aprile 2020

 

Il Presidente Nazionale

Mauro Tiboni